Questa recensione nasce da una foto.
Qualche tempo fa, ero alla ricerca di immagini con cui illustrare un post su Stefan Zweig: un autore di cui mie pensosamente innamorato, nel senso che non si tratta del tipo di letteratura che ti fa colpire da Cupido sul miocardio con una freccia cuoriciosa molto-anni-80. Ci devi pensare, e io ci avevo pensato un po’, stabilendo che, sì, in effetti la punta del proiettile dell’angioletto aveva intaccato la valvola mitralica.
(sto guardando troppe serie TV medical, è evidente)
Comunque, nella ricerca di immagini adatte alla rappresentazione iconografica di Zweig è emersa questa:
Io non so come sia arrivata fino a noi, quale sia la storia di un volume che è scampato a un Bücherverbrennungen, uno dei roghi di libri che hanno contrassegnato la tragica storia della Germania nazista. Non so come il fuoco non l’abbia divorato completamente, chi ne abbia raccolto i resto, chi li abbia conservati per anni. So che è un’immagine che colpisce, e so che si tratta di una copia di Amok, romanzo di Zweig che – a questo punto – non potevo farmi sfuggire.
Non sono rimasto deluso. Narrato in prima persona da un passeggero imbarcato sulla Calcutta-Napoli nel 1912, Amok è una storia di amore assoluto e di morte, offerta in forma di dialogo fra l’io narrante stesso e un uomo misterioso che appare terrorizzato dal contatto con un altro essere umano. L’uomo si rivelerà un medico che, forzosamente trasferito in India per una poco edificante vicenda sanitario-sentimentale in patria, ritrova anche nell’Estremo Oriente i propri limiti e le proprie paure.
Amok è un termine malese: indica, ci spiega Wikipedia, una sorta di raptus:
è una sindrome culturale tipica delle regioni del Sud-est asiatico, della Malesia, dell’Indonesia e della Nuova Guinea. La parola si riferisce a una condizione temporanea di furia violenta e omicida. (…) L’esplosione che segna l’esordio dell’Amok trae origine da un’offesa ricevuta e vissuta come intollerabile o, anche, dall’accumulo di tensione legato al sopportarne di successive. Il soggetto che è colpito da questa sindrome, dopo una breve fase di ritiro relazionale, aggredisce dapprima i familiari e poi gli estranei, in un crescendo incontrollabile di furia omicida. Nell’accesso di violenza corre velocissimo per le strade e tra i campi per poi, infine, accasciarsi.
Nella sua trasposizione letteraria, Amok è un racconto, assorbente come pochi altri, che racconta della difficoltà di distinguere il Bene dal Male, che racconta di ognuno di noi quando, di fronte a un desiderio bruciante, sembriamo scordare etica e morale salvo precipitare in una condanna senza appello quando quella fatica è vissuta da un altro.
SCHEDA LIBRO
Autore: Stefan Zweif
Titolo: Amok
Traduzione: Emilio Picco
Editore: Adelphi
Collana: Piccola biblioteca Adelphi
Pagine: 105
ISBN: 978-8845918575
Prezzo (Amazon.it, 15% sconto): cartaceo copertina flessibile € 8,50 – eBook € 2,99
PROGETTI
1001 libri da leggere
N. 281 – Amok di Stefan Zweig
Letti: 77; Da leggere: 924
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8/10
Riassumendo
Bruciante. Voltapagina.